Mostra “Remo Gaibazzi 1974 – 1978. Il grado zero della pittura” - Remo Gaibazzi
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Mostra “Remo Gaibazzi 1974 – 1978. Il grado zero della pittura”

Remo Gaibazzi
1974-1978. Il grado zero della pittura

a cura di Maurizio Gatti

Il grado zero della pittura presenta un vasto panorama (circa 170 opere) della produzione di Remo Gaibazzi  tra il 1975 e il 1978. Sono gli anni in cui questa singolare figura d’artista – che ha scelto di operare in una città di provincia, ma che ha saputo captare e rielaborare in maniera originale le più significative tensioni della pittura contemporanea – e’ sollecitato dalle stesse istanze che animano la neo-avanguardia francese, in particolare il gruppo Supports/Surfaces, ala artistica del movimento che fa capo a Tel quel.
Nel lavoro di Gaibazzi non c’e’ alcun rapporto formale diretto con i francesi, ma l’orizzonte teorico e’ lo stesso: un forte impegno politico si traduce nella lotta contro la “chiusura della rappresentazione“, che si affida a un materialismo strutturale fondato anche sulla pratica teorica e che dunque comporta l’esercizio critico dell’intertestualità. L’opera non vuole più rappresentare la realtà (sensibile o ideale o emozionale), ma significa solo se stessa, cioè la propria costituzione materiale, il processo produttivo mediante il quale il lavoro costruisce un’immagine rielaborando i materiali dati: tra questi non ci sono soltanto la carta e le matite (col cui nome talvolta Gaibazzi firma i suoi prodotti), ma anche i concetti o le pratiche della tradizione pittorica (in particolare, spunti dell’ espressionismo astratto o della minimal art) che vengono citati e rielaborati, in vista di un’analisi dei rapporti costituitivi dell’oggetto che si dice “quadro”. Un oggetto, per altro, del tutto dissolto in questi lavori che cercano di ridurre la pittura ai suoi elementi minimi, al suo grado zero, appunto, che in tanto significa in quanto non rappresenta niente:perciò essi non appartengono all’ordine del significato o del significante, ma al movimento della significanza, termine, caro a Julia Kristeva e a Roland Barthes (che l’utilizza anche a proposito di Cy Twombly), con il quale si designa non il senso (il prodotto), ma la produzione del senso.

La mostra e’ la seconda tappa, dopo La città di Gaibazzi (dicembre 2002-febbraio 2003: dedicata al primo periodo della carriera dell’artista), di una ricognizione complessiva della sua opera che si concluderà con una terza esposizione, dedicata all’ultima fase produttiva.

Inaugurazione: Sabato 25 Febbraio 2006, ore 17

Galleria d’Arte Niccoli
Via Bruno Longhi 6 – Parma

Associazione Remo Gaibazzi
Borgo Scacchini 3/A – Parma

Orari: Tutti i giorni h. 10-12 e 16-19,30 escluso lunedì e festivi

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