A cura di Francesco Tedeschi e organizzata dall’Associazione Remo Gaibazzi in collaborazione con l’Archivio Eros Bonamini, la mostra riprende la sezione dell’esposizione dedicata a Gaibazzi nel 2022 presso Palazzo del Governatore a Parma, dove furono presentate opere di artisti di fama internazionale a comporre un dialogo, affrontato per temi, con le opere di Gaibazzi per trovare una sua collocazione più adeguata nel panorama della pittura italiana del dopoguerra.
In questa, che vuole essere la prima di una serie di esposizioni “dialogiche” tra Gaibazzi e altri artisti, si è scelto di far parlare le opere del nostro con quelle di Eros Bonamini, dimostrando come i due autori, pur non conoscendosi, abbiano affrontato lo stesso tipo di ricerca, la misurazione del Tempo, ma declinandola diversamente. Sono dunque diverse le suggestioni che lo spettatore potrà osservare e saranno divise in temi quali: scrittura, permanenza ed evanescenza; il gesto e l’istante: il tempo nel suo sviluppo; la circolarità come indice del continuo ritorno; definizione della categoria temporale come fattore costitutivo dell’opera; il segno continuo, misura del Tempo.
Quindi due artisti con attitudini simili nel fare della loro attività individuale il metro di elaborazione di una operatività fondata sul rapporto con il tempo. Tempo che assume il carattere di una entità fortemente oggettiva, costituita da misurazioni, iterazioni, atti in cui la dimensione personale e soggettiva trova una configurazione estetica, visiva e quindi formale.
L’uno, Gaibazzi, attraverso la riduzione dell’elemento operativo a una forma di scrittura, con la scelta di limitarsi al valore semantico della parola “lavoro”, nella quale si identifica l’atto del fare e la sua elaborazione visiva, nelle diverse soluzioni proposte dai suoi lavori tra la fine degli anni Settanta e il 1994.
L’altro, Bonamini, insistendo a esercitare su superfici e materiali diversi, in molteplici modalità nel corso del tempo, una tripartizione di gesti e segni fondati su misure temporali diverse e correlate, per ottenere dei risultati che spaziano da connotazioni verbali trasformate in segni visivi, a motivi pittorici e plastici autonomi, in cui lo strumento temporale viene decodificato.
Gaibazzi e Bonamini non hanno partecipato a situazioni comuni e non risulta che si siano conosciuti o incontrati, ma evidenti sono le corrispondenze, non solo di natura visiva, fra alcuni loro reciproci lavori. Affinità che permettono di instaurare un possibile dialogo fra autori che analogamente si sono sottratti alle facili prospettive estetiche di immediato successo, per far predominare il rapporto tra la mente e la mano, il pensiero e la sua traduzione in materia visiva.
Grazie al patrocinio dell’Università di Parma, il tema della “forma del Tempo” sarà sviluppato in quattro seminari a cura di docenti dei dipartimenti di Scienze della Terra, Fisica e Cinema, che lo affronteranno nell’ambito delle proprie discipline, in dialogo con la poetica dei due artisti. Gli incontri si svolgeranno presso l’Associazione nelle giornate del 18 ottobre e dell’8, 15 e 29 novembre alle ore 18,00.
La mostra si inserisce nelle attività della Associazione Remo Gaibazzi e dell’Archivio Eros Bonamini. La curatela della mostra e del catalogo che la accompagna è affidata a Francesco Tedeschi, già co-curatore della mostra Remo Gaibazzi e la scrittura nelle arti visive (Palazzo del Governatore, Parma, 2022) e della monografia dedicata a Eros Bonamini (VAF/Skira, 2018).