Giovedì 12 dicembre alle ore 17.30 presso la sede dell’APE – Arti Performance Eventi – in via Farini 32/A si inaugura la Mostra:
GIORGIO BELLEDI E L’INFORMALE ITALIANO TRA GLI ANNI ’50 e ’60
Interventi di:
Roberto Delsignore, Presidente Fondazione Monteparma
Andrea Calzolari, Vice-Presidente Associazione Remo Gaibazzi
Sandro Parmiggiani, Curatore della Mostra.
La mostra, promossa e organizzata dall’Associazione Remo Gaibazzi e da Ape Parma Museo, intende rivelare al grande pubblico l’opera artistica, nota finora solo a una ristretta cerchia di intenditori e di amici, di una persona rimasta nella memoria dei parmigiani solo come un colto, signorile e capace libraio, ma che in realtà è stato un pittore degno di essere associato a quel gruppo di artisti, lombardi o padani, che Francesco Arcangeli, appunto alla metà degli anni ’50, chiamò gli “ultimi naturalisti”, celebrandoli come un’esperienza originale e innovativa, in antitesi al realismo meridionale di un Guttuso, per esempio, o all’informale dei nordici Wols o Pollock.
A riprova, nella mostra diciotto opere di Belledi sono accompagnate da altrettanti quadri dei più illustri Bendini, Chighine, Mandelli, Moreni, Morlotti, Padova, qui presentati, con tre lavori per ciascuno, a esemplificazione della lingua e del sentire comuni che caratterizzarono quella stagione e di cui partecipò a pieno titolo, con una propria personale visione, anche Belledi, che del resto, amico di Roberto Tassi e dello stesso Arcangeli, era a conoscenza anche del più vasto background culturale, filosofico e letterario, oltre che artistico, di quella poetica.
Verso la fine degli anni ’60 Belledi smise di dipingere, oberato dal lavoro di libraio, ma probabilmente anche un po’ scoraggiato dalla grande ondata della pop art che fece irruzione alla Biennale del 1964 e che sembrò mettere in ombra la corrente figurativa cui si sentiva legato; ma nel 1995, sollecitato da Giorgio Mazzocchi, tenne presso la Galleria di quest’ultimo, la sua prima personale, alla quale seguì, nella stessa sede un’ulteriore esposizione nel 2001. Ritrovata la vena e la voglia di dipingere, Belledi nel 2007, presso la nostra Associazione, tenne una terza personale, questa volta con dipinti recenti, che riprendevano l’antica ispirazione, rinnovandone le tecniche e le modalità (basti citare l’utilizzo degli acrilici).
Il periodo, se non più felice, certo più definito e storicizzato, del pittore resta però quello degli anni ’50 e ’60, cui appunto è dedicata la mostra attuale, auspicata e seguita da una gruppo di persone che hanno voluto rendere omaggio all’amico scomparso, ma anche rendere una servizio alla città, rivelando il prezioso contributo che questo libraio-pittore ha dato alla cultura figurativa non solo parmigiana.
La mostra, che si inaugura su inviti il giorno 12 dicembre, sarà aperta
dal 13 dicembre 2019 al 16 febbraio 2020
tutti i giorni escluso il lunedì dalle ore 10,30 alle ore 17,30.
In mostra sarà in vendita il catalogo che, oltre all’ampio testo di Parmiggiani, ripubblica i testi di Cusatelli, Fossati, Lavagetto, Minardi, Tassi e dello stesso Belledi, che accompagnarono le due mostre del 1995 e del 2001, costituendo dunque una sorta di monografia sull’artista.